INTERVISTA A MASSIMILIANO TORNAGHI per AMBIENTE CUCINA
“Non si tratta solo di fornitori, ma di attori attivi in un processo condiviso, che unisce competenze, visioni e obiettivi.” Massimiliano Tornaghi, Direttore dello sviluppo prodotto di Colombini Group
Come si è evoluto nel tempo il rapporto con la subfornitura?
Oggi non si può più parlare di semplice subfornitura, ma piuttosto di un vero e proprio rapporto di co-progettazione continuativa. In passato il processo era più lineare e compartimentato: si arrivava dal fornitore con un’idea definita, che veniva eseguita. Oggi, invece, il dialogo è costante e sinergico. Le esigenze progettuali vengono condivise sin dalle prime fasi, e i partner mettono in campo il proprio know-how per contribuire attivamente allo sviluppo del prodotto. Questo scambio continuo permette di essere più reattivi ai cambiamenti del mercato e alle esigenze del cliente finale, alimentando un flusso creativo che unisce competenze trasversali. La tendenza si crea proprio attraverso la contaminazione tra mondi diversi: basti pensare all’uso del gres, nato nel settore delle piastrelle e poi approdato al mondo cucina, grazie al dialogo tra comparti che una volta erano distanti.
Quali devono essere oggi le caratteristiche imprescindibili delle aziende specializzate in meccanismi, ferramenta, ecc.?
Collaboriamo solo con partner che garantiscono affidabilità, qualità certificata e una fortesolidità aziendale. Sono fondamentali la profondità di gamma, la capacità di sviluppare soluzioni customizzate, tempi rapidi di prototipazione e grande flessibilità nel rispondere alle esigenze progettuali. In un mercato sempre più esigente, il tema della sicurezza è imprescindibile: i prodotti devono essere testati, garantiti e riconosciuti a livello internazionale.
Quali sono le eventuali criticità che riscontrate?
La spinta crescente verso la customizzazione rappresenta una grande opportunità, ma porta con sé anche delle sfide importanti. Una personalizzazione spinta implica una maggiore frammentazione nella produzione e nella logistica, con impatti su approvvigionamenti, costi e talvolta sui tempi di consegna. È una tensione continua tra unicità del progetto e capacità industriale, che richiede una filiera ben strutturata e altamente reattiva.
L’attenzione all’innovazione dei materiali è un tema importante?
Assolutamente sì, è un pilastro della nostra visione progettuale. L’innovazione nei materiali ci consente di proporre soluzioni non solo nuove, ma anche distintive e difficilmente replicabili. È lo strumento che ci permette di spostare il campo da un confronto diretto con i competitor a un terreno dove siamo noi a definire le regole, anticipando le esigenze del mercato. Il progetto Febal Casa è già intrinsecamente innovativo: proponiamo una visione di arredo coordinata per l’intera casa, puntando su un mix coerente di design, materiali e soluzioni tecniche. L’innovazione è parte integrante del nostro DNA e guida il nostro posizionamento verso un segmento high-end sempre più esigente e attento alla qualità percepita.
Si può parlare di ecosistema integrato?
Sì, lavoriamo all’interno di un vero ecosistema integrato, costruito insieme ai nostri partner. Non si tratta solo di fornitori, ma di attori attivi in un processo condiviso, che unisce competenze, visioni e obiettivi. È proprio questa capacità di integrare saperi diversi in un progetto unitario e coerente che rende unico il nostro approccio. Insieme, costruiamo valore.